sulle pendici del vulcano attivo più alto d’Europa risalgono addirittura al periodo della colonizzazione greca della Sicilia orientale, intorno al VII-VIII secolo a.C. I Greci intuirono subito la voca-zione agricola di quest’area vulcanica fertile, introducendo e sviluppando la coltivazione della vite. Questa tradizione si consolidò in epoca romana, con l’Etna che divenne un’area viticola di rilievo.
Dopo un periodo di relativo declino durante il Medioevo, la viticoltura etnea conobbe una ripresa a partire dal XIII secolo. Nel Rinascimento e nei secoli successivi, i vini dell’Etna erano apprezzati e commercializzati anche fuori dalla Sicilia. Testimonianze storiche lodano la qualità dei vini prodotti alle falde del vulcano. Nel corso dell’Ottocento, l’area etnea era una delle province più vitate della Sicilia.
La storia dei vini e dei vigneti dell’Etna è un affascinante viaggio che affonda le radici in epoche antichissime e che ha conosciuto periodi di grande splendore, crisi profonde e una recente, straordinaria rinascita.
VITICOLTURA
EPIDEMIA FILLOSSERA
Un colpo durissimo fu inferto all’inizio del XX secolo dall’epidemia di fillossera, un insetto che devastò la maggior parte dei vigneti europei. Anche l’Etna non fu risparmiato, con una drastica riduzione della superficie vitata e l’abbandono di molte aree a favore di altre colture come noccioli e castagni.
La vera svolta e la successiva rinascita della viticoltura etnea si sono verificate a partire dagli anni ’80 e ’90 del Novecento. Grazie all’intuizione e alla passione di alcuni produttori, sia locali che provenienti da altre regioni, si è riscoperto l’immenso potenziale del territorio etneo per la produzione di vini di alta qualità con caratteristiche uniche.
Fattori chiave di questa rinascita sono stati la valorizzazione dei vitigni autoctoni, in particolare il Nerello Mascalese e il Nerello Cappuccio per i vini rossi e rosati, e il Carricante per i vini bianchi. Questi vitigni, perfettamente adattati al particolare terroir vulcanico, contribuiscono in modo determinante alla personalità e alla longevità dei vini dell’Etna.
ETNA D.O.C.
Il terroir etneo è estremamente variegato, caratterizzato da altitudini elevate (i vigneti si spingono fino a quasi 1000 metri s.l.m.), notevoli escursioni termiche tra giorno e notte, diverse esposizioni sui vari versanti (Nord, Est, Sud, Ovest) e soprattutto una grande varietà di suoli originati dalle diverse colate laviche succedutesi nei millenni. Questa complessità geologica e microclimatica si riflette nella ricchezza e nelle sfumature dei vini, portando alla definizione delle “Contrade”, vere e proprie sottozone con caratteristiche pedoclimatiche distinte, considerate i “cru” dell’Etna.
Nel 1968, l’Etna è stata la seconda area in Sicilia ad ottenere la Denominazione di Origine Controllata (DOC), a testimonianza del suo valore storico e qualitativo. Oggi, i vini dell’Etna godono di un prestigio crescente a livello nazionale e internazionale, apprezzati per la loro mineralità, eleganza, complessità e capacità di esprimere in modo autentico il legame indissolubile con il vulcano da cui traggono origine. La viticoltura sull’Etna è spesso definita “eroica” a causa delle difficili condizioni di coltivazione legate alle pendenze, all’altitudine e alla natura vulcanica del suolo, ma proprio queste sfide contribuiscono all’unicità e all’eccellenza dei suoi vini.